Mitica D
venerdì 8 giugno 2012
schedature
Alessandro Dotti Classe II D
SCHEDATURA
DEL TESTO NARRATIVO
AUTORE:
LAURA MANCINELLI
TITOLO:
GLI OCCHI DELL'IMPERATORE
ANNO
DI EDIZIONE: 1993
NAZIONALITÀ:
ITALIANA
IL
GENERE E IL CONTESTO
“Gli
occhi dell'Imperatore” è un romanzo sentimentale di ambientazione
storica.
La
vicenda si svolge attorno al 1200, all'epoca dell'Imperatore Federico
II di Svevia in varie parti dell'Italia, tra cui il castello degli
Agliano nel Monferrato e Castel del Monte in Puglia. Nonostante
questo romanzo sia di fantasia l'ambientazione storica è reale.
LA
STRUTTURA NARRATIVA
TRAMA
Il
racconto è diviso in ventitré capitoli che possono essere
raggruppati in tre sequenze principali: al castello degli Agliano nel
Monferrato, il viaggio e la storia di Tannhäuser, a Castel del Monte
in Puglia.
Quando
era ancora una fanciulla, la nobile Bianca Lancia aveva conosciuto
l'imperatore Federico II e aveva avuto un figlio da lui, Manfredi.
Poi Federico se ne era andato ma le aveva promesso che un giorno
sarebbe venuto a prenderla o avrebbe mandato qualcuno. E così fece.
Un giorno giunse al castello d'Agliano il cavaliere di Tannhaus con
il suo scudiero Nicco e chiese la mano della contessa da parte
dell'imperatore. Il giorno dopo ripartirono con Manfredi, Pelone -
il suo cane -, la nutrice di Bianca e alcuni cavalieri della
contessa. Arrivati alla spiaggia di Lavagna a cavallo, si imbarcarono
sulla nave di Stefano, un pirata fedele all'imperatore, e dopo alcuni
mesi arrivarono al porto di Amalfi, dove ripresero il cammino
passando per le montagne, guidati e protetti dai cavalieri
dell'imperatore. Durante la seconda parte del viaggio subirono un
agguato da parte di alcuni baroni ribelli, ma riuscirono a salvarsi.
Attraversati gli Appennini e la valle dell'Ofanto, giunsero alla
cattedrale di Trani dove avvenne l'incontro con l'imperatore e
l'incoronazione di Bianca. Durante il viaggio Bianca e Tannhauser si
innamorarono, ma il loro amore era fatto solo di parole e sguardi
perché sapevano entrambi che non avrebbero potuto tradire
l'imperatore. Grazie però a questo amore Tannhauser sconfisse il
maleficio che gli impediva di suonare la sua adorata arpa. Al loro
arrivo a Castel del Monte Federico, molto malato e vicino alla morte,
pregò Bianca e il cavaliere affinché non lo dimenticassero e che
potesse continuare a vivere in loro e nei loro ricordi.
RAPPORTO
FABULA-INTRECCIO
La
fabula coincide con l'intreccio anche se all'inizio del romanzo vi è
una lunga analessi.
TEMPO
Il
romanzo è ambientato all'epoca dell'imperatore Federico II di
Svevia, all'inizio del 1200. La storia dura circa un anno: dalla
partenza di Tannhauser da Castel del Monte a marzo al suo ritorno la
primavera dell'anno dopo (1249-1250, anno della morte
dell'imperatore). La velocità narrativa è abbastanza veloce anche
se rallentata diverse volte delle ampie descrizioni di paesaggi e dai
dialoghi (scene e pause).
La
narrazione è lineare anche se vi sono alcune analessi riguardo la
vita e alcune vicende dei personaggi. Vi sono inoltre ellissi in
quasi tutti i capitoli che segnano il passaggio di alcune ore, tra la
notte e il giorno seguente o di alcuni giorni.
SPAZIO
Lo
spazio in cui è ambientato il romanzo è reale, definito e aperto.
La
vicenda si svolge in diversi luoghi d'Italia ampiamente descritti:
Castel del Monte (la corte in Puglia dell'imperatore) e il castello
degli Agliano nel Monferrato; quelli visitati durante il viaggio di
Bianca: Lavagna, dove la nave salpa, la costa di Gallura in Sardegna,
Amalfi, la foresta dove subiscono l'attacco dei baroni ribelli, il
Vulture e in generale i monti dell'Appennino, la valle del-
l'
Ofanto, la riva d'Adria, Trani e la sua cattedrale dove Bianca viene
incoronata. Gli spazi interni sono pochi e quasi per nulla descritti.
Essi sono le stanze del castello degli Agliano, di Castel del Monte
(in particolare le stanze dell'imperatore dove lentamente muore) e le
cabine della nave.
Molte
volte la natura che circonda i personaggi rispecchia i loro stati
d'animo.
PERSONAGGI
I
personaggi non vengono descritti in modo particolareggiato dal
narratore che ne evidenzia soprattutto il carattere e la posizione
sociale e non l'aspetto fisico. Vengono introdotti direttamente dal
narratore.
- Personaggi principali (individui dinamici):
- Bianca Lancia è la protagonista del romanzo, sentimentale e romantica che trascorre la sua vita nell'attesa dell'uomo che le ha dato un figlio dopo aver trascorso con lui una sola ora d'amore. Da piccola amava andare a cavallo come un ragazzo e allevava alcuni falchi cacciatori: il suo prediletto è Folgore Gentile, a cui aveva legato alla zampa un nastrino con su scritto il nome di lei. Conosce l'imperatore grazie al suo falco che gliene regala uno: alla zampa di questo Bianca legò un nastrino con su scritto "Federico". Nel corso del romanzo si innamora anche del cavaliere Tannhauser, ma rimane sempre fedele al suo primo amore.
- Tannhäuser è il cavaliere romantico e fedele a cui Federico affida il compito di portare Bianca e Manfredi da lui in Puglia per sposarla e per legittimare suo figlio. Molto tempo prima era un musico, suonatore di arpa, ma poi la sua arte fu stroncata da una maledizione lanciatagli senza un motivo apparente da una vecchia. Il suo scudiero spiega che la maledizione era stata inferta proprio a lui perché era il musico più bravo e il cavaliere più grande della schiera, e la vecchia, punendolo, voleva punire tutti i cavalieri che, come lui, seducevano le ragazze senza amarle. Durante il viaggio con Bianca si innamora di lei e, ritrovando la felicità, la sua mano riprende a suonare l'arpa. Ma alla fine del viaggio ritorna ad essere triste perché con la fine di esso finisce anche la sua storia d'amore con la contessa fatta di soli sguardi e parole.
- Federico II di Svevia è l'imperatore dagli occhi azzurri e intensi del quale si innamora la contessa Bianca. È appassionato di falchi e ha iniziato a scrivere un trattato sulla falconeria e la caccia con gli uccelli rapaci che non ha mai finito. I suoi doveri da imperatore lo hanno sottratto ai suoi piaceri e soprattutto all'amore della sua vita. Ormai vecchio e stanco di una vita troppo intensamente e velocemente vissuta riporta a sé la donna amata in giovinezza insieme al figlio.
- Personaggi secondari (individui statici):
- Manfredi è il figlio dell'imperatore e di Bianca concepito nell'unica ora d'amore che i due hanno passato insieme. Ha sedici anni, i capelli biondi e gli occhi azzurri del padre. È sempre accanto alla madre per confortarla.
- Nicco è lo scudiero di Tannhauser, nato sui monti della Puglia, fedele al suo cavaliere e sempre in disaccordo con la nutrice di Bianca.
- La nutrice di Bianca, lamentevole donna paffutella con i ricci spettinati, accompagna la contessa nel suo viaggio in Puglia.
- Comparse (tipi statici):
- Stefano il pirata.
- Il pastore di porci.
- L'imam di Federico, Ben Zargan.
- I baroni ribelli.
NARRATORE
Il
narratore è esterno, nascosto e si pone al futuro rispetto ai fatti
narrati. Il punto di vista è onnisciente.
STILE
LINGUISTICO
La lettura è
scorrevole e comprensibile. La sintassi procede per paratasi. La
narrazione è mimetica. L'autrice cerca di usare nei discorsi diretti
un linguaggio che si avvicini il più possibile a quello medievale, e
usa anche alcune espressioni del dialetto toscano.
MESSAGGI
Il messaggio del
romanzo è implicito: della vita bisogna amare tutto, quello che ci
rallegra e quello che ci amareggia e che, se abbiamo amato, al di là
della morte resta sempre la vita.
TU E L'OPERA
Questo
libro, pur essendo molto semplice e breve, è stato tuttavia
appassionante e coinvolgente. Mi ha particolarmente colpito il tema
dell'innamoramento tramite la vista, tipico della poesia medioevale:
sono
proprio gli occhi di Federico II di Svevia, azzurri, intensi e
lontani che hanno fatto innamorare la protagonista Bianca Lancia.
Ogni qual volta vede qualcosa di meraviglioso, si immagina gli occhi
di lui. Gli occhi dell'imperatore sono il filo conduttore che
congiunge tutta la storia: quando questi occhi si chiudono, cioè
quando l'imperatore muore, finisce anche il romanzo.
Alessandro
Dotti
Classe 2^D
SCHEDATURA
DEL TESTO NARRATIVO
AUTORE: GIORGIO BASSANI
TITOLO: IL GIARDINO DEI
FINZI-CONTINI
ANNO DI EDIZIONE: 1963
NAZIONALITÀ:
ITALIANA
IL GENERE E IL CONTESTO
“Il
giardino dei Finzi-Contini” è un romanzo realista, a carattere
autobiografico.
Questo libro rientra nella letteratura realista del ‘900, più precisamente al filone dei romanzi della memoria. In questo tipo di letteratura, l’autore racconta vicende e personaggi della propria vita, collocandoli sullo sfondo dei grandi eventi storici del ‘900. In questo caso la storia narrata si svolge in Italia, per lo più a Ferrara, durante gli anni che precedono lo scoppio della seconda guerra mondiale. Sono gli anni dell'affermarsi del Fascismo nel nostro paese e l'ambiente sociale rievocato nel romanzo è quello delle famiglie alto borghesi della comunità israelitica oppressa dalle leggi antisemite promulgate nel settembre del 1938 dal governo di Mussolini.
Questo libro rientra nella letteratura realista del ‘900, più precisamente al filone dei romanzi della memoria. In questo tipo di letteratura, l’autore racconta vicende e personaggi della propria vita, collocandoli sullo sfondo dei grandi eventi storici del ‘900. In questo caso la storia narrata si svolge in Italia, per lo più a Ferrara, durante gli anni che precedono lo scoppio della seconda guerra mondiale. Sono gli anni dell'affermarsi del Fascismo nel nostro paese e l'ambiente sociale rievocato nel romanzo è quello delle famiglie alto borghesi della comunità israelitica oppressa dalle leggi antisemite promulgate nel settembre del 1938 dal governo di Mussolini.
LA STRUTTURA NARRATIVA
TRAMA
Il libro
inizia con un prologo dove veniamo a sapere quale sarà la fine
tragica dei protagonisti; poi vi sono quattro parti ed un epilogo.
Il racconto si può dividere in sette blocchi principali : la
storia della famiglia dei Finzi-Contini, l' incontro al muro del
giardino, le leggi razziali e le partite di tennis dai
Finzi-Contini, le giornate con Alberto, la fine del sogno d'amore,
le serate con Malnate, la morte.
Nel prologo l’autore scrive di aver preso la
decisione di raccontare la storia dei Finzi-Contini dopo la visita
alla necropoli di Cerveteri: le antiche tombe degli etruschi gli
ricordano la maestosa cappella funebre dei Finzi-Contini nel
cimitero di Ferrara. Dopo aver raccontato di come il vecchio aveva
acquistato l'antica e nobile dimora, il “Barchetto del Duca”,
la storia parte dagli anni del ginnasio, quando il narratore ha
le prime occasioni d’incontro nella sinagoga con Alberto e
Micòl, i figli di Ermanno e Olga Finzi-Contini, famiglia
appartenente all’élite ebraica di Ferrara. Nel 1929 sconvolto
da un brutto voto agli esami, pieno di vergogna e per paura dei
rimproveri del padre, il protagonista vaga per la città e arriva
in prossimità del muro di cinta che delimita il giardino dei
Finzi-Contini. Qui viene chiamato da Micòl che gli propone di
entrare scavalcando la recinzione. Ma prima vuole nascondere la
bicicletta in una piccola caverna e inizia così a fantasticare
su un amore eterno e segreto fra lui e la ragazza, ma il sogno si
dissolve al richiamo di Perotti, il domestico di casa
Finzi-Contini. La narrazione salta di quasi dieci anni: siamo ora
nel 1938, il momento cupo del fascismo , l’anno delle leggi
razziali che discriminano gli ebrei nelle scuole pubbliche e nelle
associazioni culturali e sportive. Quando il circolo ferrarese di
tennis informa i soci ebrei che la loro presenza non è più
gradita, i Finzi-Contini aprono i cancelli del loro giardino e del
loro campo di tennis a un gruppo di ragazzi, compreso il
narratore. Iniziano delle settimane di vacanza, in cui i
Finzi-Contini dimostrano tutta la loro signorile ospitalità, e in
particolare il professor Ermanno simpatizza con il narratore, che
sta preparando la tesi di laurea in letteratura, mettendogli a
disposizione la ricca biblioteca della famiglia. Tra il narratore
e Micòl nasce una reciproca amicizia, che si sviluppa durante una
serie di passeggiate nel giardino della villa, e sembra che tra i
due stia per scoccare anche la scintilla dell’amore, ma il
ragazzo non coglie mai l’occasione per dichiararsi. In seguito
Micòl si trasferisce improvvisamente a Venezia per laurearsi.
Intanto il narratore viene invitato in casa Finzi-Contini da
Alberto, che riceve anche l’amico Giampiero Malnate, un giovane
di Milano di idee comuniste. Micòl torna a sorpresa per la sera
di Pasqua, e il narratore, agendo d’impulso, la accoglie con un
bacio. Da questo momento Micòl si mostrerà fredda con lui, e il
loro rapporto non sarà più lo stesso. Il narratore, che continua
a frequentare in casa Finzi-Contini gli amici Alberto e Malnate,
viene ammesso un giorno nella stanza di Micòl. Qui tenta
goffamente un tentativo di conquista della ragazza, perdendo per
sempre il suo affetto. Lei infatti lo respingerà, invitandolo
anche a diradare le visite alla villa. Dopo un breve viaggio a
Grenoble dal fratello, il narratore compie saltuarie visite ai
Finzi-Contini, ma i rapporti con Micòl sono ormai freddi e
distaccati. Il narratore inizia ad incontrarsi con Malnate con cui
discuterà sempre più di poesia. Una sera Giampiero lo condurrà
in un bordello e questo evento porterà al distacco tra i due
amici, riportando il narratore agli affetti familiari e a
riconciliarsi con suo padre, rinunciando quindi definitivamente a
Micòl, ai Finzi-Contini e a Malnate. Poi una sera il narratore
passa per la via delle Mura, sotto la cinta del giardino, entra e,
durante una visita segreta ai luoghi del suo possibile amore,
comprende che, dopo i suoi falliti tentativi di conquista, Micòl
ha probabilmente avuto una relazione d’amore con Malnate. Infine
nelle pagine dell’epilogo il narratore conclude i ricordi con le
morti degli amici: quella di Alberto, morto nel 1942 per
linfogranuloma, e poi quelle di tutti gli altri, scomparsi nei
campi di concentramento nazisti o morti in guerra.
RAPPORTO FABULA-INTRECCIO
La
storia segue una successione cronologica degli eventi anche se vi
sono alcune analessi e prolessi.
TEMPO
La vicenda
si svolge negli anni che precedono la seconda guerra mondiale.
La
narrazione non è lineare in quanto inizia nel 1957 per poi
ritornare al 1929 e soffermarsi sugli anni tra il 1938 e il 1939.
Il tempo
reale è quindi accelerato all'inizio da una lunga ellissi ( dal
1929 al 1938); mentre è poi rallentato da numerose descrizioni,
pause e riflessioni personali del protagonista.
SPAZIO
Lo
spazio dove si svolge la vicenda è reale e ben definito. La
vicenda è ambientata in Italia, principalmente a Ferrara
alla quale l’autore dedica un’ampia descrizione. Il narratore
fa riferimento anche a Bologna, dove frequenta l'università,
Milano , Venezia e Grenoble dove si era trasferito il fratello per
poter continuare gli studi dopo l'emanazione delle leggi razziali.
Vi sono molti spazi aperti : le strade della città emiliana e in
particolar modo il giardino della villa dei Finzi-Contini, dove si
sviluppa la maggior parte della storia. Ma sono ampiamente
descritti anche molti luoghi chiusi: la casa dei Finzi-Contini,
il “Barchetto del Duca”, con le stanze di Alberto e di Micòl
, la biblioteca, la sala da pranzo; ma anche la sinagoga, la casa
del narratore e quella di Malnate.
Gli
ambienti entrano in relazione con i personaggi: il Muro e la Hütte
ad esempio rimarranno per sempre i luoghi principali
dell'innamoramento del protagonista, il giardino una sorta di
paradiso terrestre dove poter essere felici lontano dalla guerra
imminente e dalle terribili leggi razziali..
PERSONAGGI
I personaggi vengono
introdotti direttamente dal narratore che si sofferma non tanto
sull'aspetto fisico, quanto sulla caratterizzazione psicologica,
culturale, ideologica e sociale.
NARRATORE
Il narratore è
interno, palese e si pone al futuro rispetto alla vicenda
narrata. Il punto di vista è interno, è quello del protagonista.
SILE LINGUISTICO
Lo
stile è scorrevole; il registro è elevato, colto, proprio della
classe sociale aristocratica o comunque medio alta a cui
appartengono i personaggi e lo stesso autore. Vi sono molte
espressioni dialettali, citazioni latine e termini legati alla
religione ebraica. La sintassi procede per paratassi e la
narrazione è diegetica.
MESSAGGI
Una delle tematiche principali è la denuncia dell'orrore delle
leggi razziali contro gli ebrei, celata in tutto il libro e
mostrata per un attimo al lettore nelle pagine finali del libro
dove il tempo della spensieratezza della gioventù lascia il posto
al terribile elenco dei morti. In questo modo la denuncia non è
immediata come nelle altre opere neorealiste, ma, a distanza di
cinquant'anni, più sottile e profonda. A questo tema storico-
sociale si affianca quello dell'adolescenza e dell'amore non
corrisposto, della solitudine del protagonista che vive
eternamente nel passato, di ricordi. Solo nella sua memoria potrà
vivere per sempre Micòl e il suo amore per lei, anche quando lei
sarà ormai morta in un campo di concentramento.
TU
E L'0PERA
La lettura di questo libro mi ha aiutato a conoscere più da
vicino le problematiche legate al fascismo e le sue orribili
conseguenze, senza però entrare in particolari cruenti o troppo
violenti. Tutta la storia viene filtrata attraverso la patina del
ricordo, la tematica delle persecuzioni razziali viene trattata
con delicatezza e garbo. Mi ha inoltre molto coinvolto la storia
d'amore, o meglio il sogno d'amore, tra il protagonista e Micòl.
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Alessandro Dotti Classe II D
SCHEDATURA
DEL TESTO NARRATIVO
AUTORE:
WILLIAM GERALD GOLDING
TITOLO:
IL SIGNORE DELLE MOSCHE
ANNO
DI EDIZIONE: 1954
NAZIONALITÀ:
INGLESE
IL
GENERE E IL CONTESTO
“Il
signore delle mosche” è un romanzo d'avventura a carattere
psicologico ambientato su di un'immaginaria isola sperduta
nell'oceano. Il tempo non viene indicato specificatamente
dall'autore, ma si intuisce che la vicenda avvenga in un ipotetico
futuro durante un conflitto planetario che ha diviso il mondo intero.
L'ambiente sociale a cui appartengono i personaggi è la media e
piccola borghesia inglese e questo lo si deduce dai numerosi
riferimenti all'educazione e alla cultura britannica sparsi nel
libro.
LA
STRUTTURA NARRATIVA
TRAMA
Il
romanzo può essere diviso in cinque blocchi narrativi principali:
l'arrivo sull'isola, la scelta del capo, la bestia, la tribù dei
selvaggi, la salvezza.
Il
romanzo narra che durante un conflitto planetario un aereo, con a
bordo un gruppo di ragazzi inglesi tra i sei e i dodici anni, si
schianta su un isola sperduta nell’oceano. I ragazzi si mettono
subito all'opera per organizzarsi tentando di imitare le regole del
mondo degli adulti. Innanzitutto decidono di eleggere un capo e
scelgono Ralph che, ogniqualvolta si debba prendere una decisione
importante, soffia in una conchiglia e chiama a raccolta tutti i
ragazzi. Sono quindi costretti ad adattarsi alla vita sull'isola:
devono costruire rifugi e tenere vivo un fuoco, acceso grazie agli
occhiali di Piggy, che serva da segnale per essere avvistati da una
nave. Jack, il capo di un coro scolastico, e i coristi si armano di
lance e cacciano i maiali selvatici provvedendo così al cibo. Il
tempo passa e i ragazzi non assolvono più i loro compiti ma si
abituano sempre più a un modo di vivere fatto di giochi e
divertimento, dimenticando anche di tenere il fuoco acceso e perdendo
così l’occasione di essere salvati da una nave di passaggio. Una
notte, mentre tutti dormono, arriva dal cielo un paracadutista senza
vita, che atterra sulla montagna in mezzo a delle rocce, dove rimane
incastrato. Quando i ragazzi del fuoco lo scorgono pensano sia una
bestia terribile e spaventosa e mettono in agitazione l’intera
comunità. Jack, intanto, stufo delle regole di Ralph, si distacca
dal gruppo e forma una sua tribù fatta ormai di selvaggi senza più
alcun controllo che pensano solo alla caccia e a fare feste. Una
testa di maiale, il “Signore delle Mosche”, infilzata su un palo
e attorniata dagli insetti, diventa il simbolo di questa decadenza.
Simone, sofferente di allucinazioni, avrà un colloquio terrificante
con la testa e, scappando per la paura, trova il paracadutista morto.
Corre così dagli altri per rivelare la sua scoperta ma quando i
selvaggi vedono una figura barcollante avanzare verso di loro,
eccitati dalla danza, si avventano su di essa e la uccidono. La tribù
di selvaggi uccide anche Piggy colpevole solo di aver chiesto la
restituzione dei suoi occhiali, precedentemente rubati da Jack. Alla
fine tutti si aggregano alla tribù di Jack, e Ralph, rimasto solo,
deve nascondersi, poiché gli altri sono intenzionati a trovarlo e ad
ucciderlo. I ragazzi danno fuoco all’isola e iniziano una caccia
spietata, che termina quando, arrivati sulla spiaggia, vedono gli
uomini di una nave giunti a salvarli e per la prima volta da quando
era naufragato sull'isola, Ralph incomincia a piangere seguito da
tutti i bambini, compreso Jack.
RAPPORTO
FABULA-INTRECCIO
L'intreccio
coincide con la fabula infatti il narratore segue un ordine
cronologico nel raccontare gli avvenimenti.
TEMPO
La
vicenda si svolge in un immaginario futuro e possiamo pensare che la
durata della storia sia di qualche mese.
La
velocità narrativa è talvolta molto lenta a causa delle numerose
descrizioni degli ambienti (pause) e dei soliloqui del protagonista.
Il tempo reale è accelerato all'inizio del romanzo quando vi è una
lunga ellissi che segna il passaggio di parecchi giorni dall'arrivo
dei ragazzi sull'isola.
La
narrazione è lineare; vi sono solo due brevi analessi dove Ralph
ripensa alla vita tranquilla e serena in Inghilterra, ai suoi
genitori e alla sua camera piena di libri ed una prolessi dove Ralph
immagina il mondo un paio d'anni dopo.
SPAZIO
La
vicenda è completamente ambientata su un' isola deserta di cui non
viene specificato né il nome né la posizione geografica. Questa ha
la forma di una barca e i ragazzi possono vederne i confini rocciosi
da un'altura posta al centro. Oltre le spiagge e la laguna formata da
lembi di terra corallina, il resto dell'isola è formato da foreste e
da una vegetazione rigogliosa tipica di un ambiente tropicale.
L'ambientazione è definita e reale e vi sono solo spazi aperti che
l'autore descrive con ricchezza di particolari.
Molte
volte l'ambiente entra in relazione con i personaggi: di giorno
quando i ragazzi sono tranquilli e sereni la natura viene vista come
meravigliosa e calma, l'isola è un vero paradiso terrestre; di
notte, invece, diventa un luogo oscuro e spaventoso e rispecchia i
timori dei bambini terrorizzati dalla bestia.
PERSONAGGI
I
personaggi sono presentati in modo indiretto e non vengono descritti
dal narratore che si sofferma solo su alcune caratteristiche fisiche
dei protagonisti; prevale una caratterizzazione psicologica.
- I personaggi principali, ad eccezione di Ralph (individuo dinamico), sono individui statici:
- Ralph è il protagonista del romanzo. E' un ragazzo alto, atletico, con i capelli biondi; viene eletto capo dai naufraghi e con intelligenza ed astuzia cerca di organizzare la vita sull'isola. Ralph ritrae la razionalità, la democrazia, il buon senso. Nella storia osserviamo la sua maturazione: all’inizio vediamo un Ralph bambino, incapace di gestire l'assemblea e con problemi a parlare; mentre alla fine lo vediamo più ragionevole che respinge i comportamenti da selvaggio e desidera farsi una doccia e tagliarsi i capelli, quindi aspirante ad acquistare una certa dignità.
- Jack Merridew (antagonista) ,alto, con i capelli rossi, era il capo del coro della scuola. È un ragazzo forte, aggressivo, arrogante ed egoista e fin dall'inizio del romanzo è molto geloso del carisma di leader di Ralph. Per prevalere su di lui Jack deve attirare su di se l’attenzione di tutti e così trasforma il suo coro in una tribù di cacciatori con le facce dipinte di creta. Jack è l'espressione dell'istinto più violento e represso nell'animo umano.
- Piggy (aiutante), grasso, basso, con gli occhiali, impacciato e asmatico, schernito dagli altri ragazzi, è la coscienza di Ralph e la mente pensante del gruppo. Sarà lui a consigliare di usare la conchiglia per richiamare i superstiti, la quale diventerà un segno di potere per chi la tiene in mano. E' la memoria più viva del mondo civilizzato delle cui regole sente un profondo bisogno.
- Simone è un ragazzo del coro, ossuto, epilettico e per questo spesso deriso dagli altri. Timido e riservato, non si espone molto perché ha paura di essere giudicato male. Proprio a causa della sua malattia, che gli provoca svenimenti e allucinazioni, avrà un colloquio immaginario con il Signore delle mosche, la testa del maiale donata da Jack e dal suo gruppo alla bestia. La sua morte rappresenterà la fine dell'innocenza.
- Ruggero è il compagno di coro di Jack e rappresenta la parte veramente violenta dell'essere umano. Infatti, sin dall'inizio, è evidenziata la sua tendenza a fare cattiverie e a lanciare sassi ai più piccoli, frenato a far loro del male solo dal ricordo dell'educazione ricevuta. Ma,quando si unisce alla selvaggia tribù di Jack, dà sfogo alla sua crudeltà che culmina con l'uccisione di Piggy.
- Personaggi secondari (individui statici):
- Sam ed Eric sono due gemelli che fanno tutto insieme e perdono a tal punto la loro individualità da essere chiamati con un unico nome: Sammeric. Per la maggior parte del libro il loro compito consiste nel mantenere acceso il fuoco. Inizialmente amici di Ralph alla fine non riescono e non vogliono resistere ai cattivi, diventando anche loro parte della tribù di Jack .
- Comparse (individui statici) : Roberto, Maurizio, Guglielmo, Enrico, Percival, Nino, Pippo e tutti gli altri bambini naufragati sull'isola di cui non viene detto il nome.
NARRATORE
Il narratore è esterno alla vicenda e nascosto: si limita a raccontarci i fatti così come accadono attraverso la bocca dei suoi personaggi e le loro azioni; si pone al futuro rispetto ai fatti narrati.
Il narratore è esterno alla vicenda e nascosto: si limita a raccontarci i fatti così come accadono attraverso la bocca dei suoi personaggi e le loro azioni; si pone al futuro rispetto ai fatti narrati.
Il
punto di vista è onnisciente in quanto il narratore conosce tutto
quello che accade e talvolta entra anche nella mente dei personaggi,
soprattutto in quella di Ralph. Non interviene con commenti o
giudizi.
STILE
LINGUISTICO
Lo
stile è fluido e scorrevole, il registro è colloquiale, la sintassi
procede per paratassi. Il libro è ricco di descrizioni e di discorsi
diretti. La narrazione è mimetica.
MESSAGGI
Il
messaggio implicito nell'opera è tragico e pessimistico: secondo
Golding “L’uomo produce il male con la stessa facilità con cui
le api producono il miele”, l'uomo non nasce buono e viene poi
corrotto dalla società, ma la sua natura è profondamente e
intrinsecamente malvagia. L'autore descrive il perenne contrasto fra
il bene e il male mostrando il predominio degli istinti animaleschi
sull'intelligenza. L'impatto di questa concezione tragica della
natura umana risulta ancora più sconcertante proprio perché la
malvagità non proviene da adulti, inevitabilmente corrotti, ma da
bambini: gli "innocenti" per antonomasia. Il Signore delle
mosche, la testa di maiale infilzata in un bastone e ricoperta di
insetti è il simbolo della degenerazione e della corruzione umana;
d'altro canto Signore delle mosche è uno dei tanti appellativi che
sono stati dati a Satana, è il diavolo che inganna i ragazzi e li
spinge ad uccidere.
TU
E L'OPERA
E'
un romanzo coinvolgente che trascina il lettore in un incubo che
diventa sempre più inquietante pagina dopo pagina anche se il finale
mi è sembrato un po' scontato.
Le
tematiche affrontate sono attualissime ancora oggi : in un mondo in
cui guerre, attacchi terroristici, stragi di innocenti in nome di un
dio o di un ideale politico sono all'ordine del giorno, il pensiero
di Golding sulla malvagità dell'uomo può dare una spiegazione a
tutto ciò. Personalmente non condivido questo pensiero pessimistico
di Golding e confido, e spero, nella possibilità che il bene possa
in un modo o nell'altro trionfare sul male.
Alessandro
Dotti
classe II D
SCHEDATURA
DEL TESTO NARRATIVO
AUTORE:
NICCOLO' AMMANITI
TITOLO: IO
NON HO PAURA
ANNO DI
EDIZIONE: 2001
NAZIONALITA':
ITALIANA
IL
GENERE E IL CONTESTO
“Io
non ho paura” è un romanzo di formazione. La storia narrata si
svolge in un paesino del sud d'Italia, Acqua Traverse, durante
l'estate del 1978. Sebbene sia un luogo inventato dall'autore,
l'ambiente descritto è concreto e reale e corrisponde alla realtà
sociale di una parte del Meridione, con i suoi problemi legati alla
scarsità di lavoro, alla povertà e alla criminalità organizzata.
LA
STRUTTURA NARRATIVA
TRAMA
Il romanzo si
può dividere in quattro principali blocchi narrativi: situazione di
calma ed equilibrio, rottura di questo equilibrio con la scoperta del
bambino prigioniero, graduale consapevolezza da parte del
protagonista della realtà che lo circonda e sua graduale
maturazione, decisione di Salvatore di stare dalla parte del bene e
quindi contro la sua stessa famiglia.
È
l'estate del 1978, calda e torrida, e un gruppo di ragazzi:
Salvatore, Maria, Antonio, Barbara, Remo e Michele, si ritrova, come
ogni giorno, a scorrazzare su e giù per una collina.
Michele
Amitrano, il protagonista, per difendere una ragazza del gruppo si
propone, per eseguire la penitenza, di arrivare al piano superiore di
una casa diroccata e disabitata. Arrivato al davanzale
dell'abitazione si butta, ma cade su una tettoia trasparente al di
sotto della quale intravvede un buco profondo. Con grande stupore,
tra sporcizia e rifiuti di ogni genere, nota delle sembianze umane: è
un bambino raggomitolato su se stesso. Terrorizzato non dice nulla
agli amici e con loro torna a casa. Qui Michele accoglie con gioia il
padre di ritorno dal suo lavoro al Nord. Durante la notte, Michele
ripensa con angoscia al ragazzo imprigionato nel buco e il giorno
seguente va di nuovo sul luogo per verificare quello che aveva visto.
Il bambino è ancora lì e chiede con insistenza dell’acqua. Da
quel momento
Michele torna più volte a trovalo, scoprendo che ha la sua stessa
età, che si chiama Filippo e così tra i due nasce una forte
amicizia. Una notte Michele vede in cucina i suoi genitori, i vicini
e Sergio, il vecchio rimasto a dormire nella sua casa per qualche
giorno, che parlano tra loro con la televisione accesa. Ad un tratto
il volume della TV si alza e Michele sente parlare del rapimento di
un bambino del Nord: è Filippo. Allora capisce tutto: Sergio aveva
organizzato il rapimento, i suoi genitori e i vicini l’avevano
rapito per prendere una parte dell’altissimo riscatto, ed emigrare
così al Nord. Michele è sconvolto, ma non cerca di liberare il suo
amico, torna a trovarlo e lo cura come sempre. Un giorno però viene
scoperto mentre è da Filippo, perché tradito dal suo migliore
amico Salvatore, l’unico a cui aveva rivelato il suo segreto in
cambio di un gioco. Viene severamente sgridato dal padre e dalla
madre che lo costringono a giurare di non tornare mai più su quella
collina, altrimenti avrebbero ucciso Filippo. Qualche giorno dopo
però, il gruppo di ragazzini vuole ripetere l’escursione alla
vecchia casa e Michele, malgrado la sua promessa, accetta per la
voglia di rivedere Filippo. Appena arrivato lassù, si libera degli
amici e va a controllore il buco, ma, con amara sorpresa, vede che il
suo amico non c’è più: i rapitori avevano cambiato il suo
nascondiglio. Michele, dopo aver scoperto dove si trova il bambino,
decide di andare a liberarlo. Nel bel mezzo della notte, al buio,
sfidando e vincendo tutte le sue paure, riesce a trovarlo in un altro
buco, vicino alla fattoria di Melichetti. Dopo averlo liberato dalle
corde, lo convince a scappare dandogli i suoi vestiti. Michele però
non riesce a fuggire dato che si era ferito nel liberare il suo
amico. Vede poi arrivare suo padre con una pistola, lo chiama per
farsi riconoscere, ma improvvisamente sente un fortissimo dolore alla
gamba e sviene. Quando si risveglia, vede poliziotti e cani e sente
il rumore di un elicottero. Si ritrova in braccio a suo padre che
piange e lo accarezza, chiedendo aiuto.
RAPPORTO
FABULA-INTRECCIO
L'intreccio
coincide con la fabula in quanto il narratore segue un ordine
cronologico nel raccontare i fatti.
TEMPO
La
vicenda si svolge in un tempo precisato: l'estate del 1978 e possiamo
immaginare che la durata sia di qualche mese. La narrazione è
abbastanza lineare; vi è solo una analessi molto lunga all'inizio
del romanzo dove il narratore racconta gli avvenimenti precedenti
all'arrivo sulla collina e alcune brevi analessi che si riferiscono a
esperienze passate del protagonista o di altri personaggi. Le ellissi
segnano il passaggio dal giorno alla notte o di alcuni giorni.. Vi
sono anche alcune brevi prolessi dove il protagonista parla del suo
paese com'è oggi. La velocità narrativa è spesso lenta a causa dei
numerosi dialoghi e dei soliloqui del protagonista, ma il ritmo è
rapido e veloce.
SPAZIO
La
vicenda si svolge ad Acqua Traverse, frazione di Lucignano, un
piccolo paese della campagna meridionale inventato dall'autore, ma
che può corrispondere ad un qualsiasi villaggio del Sud d'Italia. È
composto da quattro case e un grande casale dell'Ottocento, non vi
sono né strade né piazze, ad eccezione di uno stradone centrale, ed
è immerso in sterminati campi di grano.
Prevalgono gli spazi aperti: campi, colline, e lo
stradone che vengono ampiamente descritti. Ma sono presenti e
descritti anche spazi chiusi come la casa del protagonista, quella
dell'amico, la casa abbandonata e la buca dove è tenuto il bambino
rapito.
La
descrizione degli ambienti è spesso legata agli stati d'animo dei
personaggi: vi è un forte contrasto ad esempio tra i luoghi dove
giocano i bambini immersi nella luce del sole e il silenzio e
l'oscurità del buco.
PERSONAGGI
I personaggi sono presentati direttamente e vengono
descritti in modo dettagliato dal protagonista che si sofferma sia
sull'aspetto fisico, accentuandone le particolarità, che sugli
aspetti psicologici e sociali.
- I personaggi principali, ad eccezione del protagonista (individuo dinamico), sono tutti individui statici:
- Michele Amitrano, il protagonista, è un bambino di nove anni. Non viene descritto fisicamente, ma, sin dall’inizio del romanzo, risalta il suo altruismo, la sua generosità e la sua disponibilità. Aiuta il piccolo rapito senza pensare alle possibili conseguenze e agisce come una persona responsabile.
- Filippo Carducci è il bambino rapito di nove anni. Viene descritto come un animale che non si muove nemmeno se viene colpito tanto è impietrito dalla paura. Viene tenuto in condizioni disumane tra sporco e rifiuti, la sua faccia è nera e sudicia e i suoi capelli biondi sono impastati di terra. Inizialmente diffida di Michele, ma in seguito lo considererà il suo angelo custode e aspetterà sempre con ansia le sue visite.
- Teresa è la mamma di Michele, è una donna alta, formosa, ancora molto bella, con lunghi capelli neri e grandi occhi scuri che riceve numerose attenzioni da parte degli abitanti del paese. E’ una figura importante per la sua famiglia e viene descritto il lavoro costante che svolge in casa. Ha subito le decisioni del marito e dei suoi complici e, non potendo dire la verità sul rapimento, spesso piange ed è di cattivo umore. È severa, ma sempre pronta a difendere i suoi figli.
- Pino è il padre di Michele, è un uomo piccolo e magro, con i capelli neri, tirati con la brillantina e la barba ruvida e bianca sul mento. Fa il camionista e il suo sogno è di arricchirsi per portare la propria famiglia a vivere al Nord; proprio per realizzare questo sogno, comune anche agli altri abitanti di Acqua Traverse, diventa uno dei rapitori di Filippo. Appare un padre distaccato e severo anche se in alcuni momenti, soprattutto alla fine del romanzo, dimostra il suo affetto nei confronti dei figli.
- Salvatore è il miglior amico di Michele. E’ un ragazzino di nove anni, solitario ma molto sveglio. Appartiene ad una famiglia agiata e per questo è sempre vestito con camicie bianche pulite e pantaloni lunghi, a differenza degli altri ragazzi. Sarà lui a tradire Michele in cambio di una lezione di guida.
- Sergio Materia è il capo dei rapitori. Ha sessantasette anni, viene da Roma, dove ha trascorso molti anni in prigione per una rapina. E’ un uomo magro con pochi capelli giallastri che tiene raccolti in una coda. Ha il naso lungo, gli occhi infossati, le sopracciglia folte e un paio di occhiali d’oro. Fuma molto e per questo motivo tossisce continuamente. Prova ancora un grande e profondo dolore per la morte suicida del figlio.
- Personaggi secondari (individui statici):
- Antonio Natale, detto il Teschio, è il capo della banda dei ragazzi, ha dodici anni e gli piace comandare. È grosso, forte e coraggioso e diventa cattivo se gli si disobbedisce.
- Felice Natale è il fratello maggiore di Antonio. Ha vent’anni, non ha amici ed è molto cattivo con i ragazzi della banda. Porta i capelli corti, gli piacciono le armi e veste sempre con giacche e pantaloni militari mimetici. Ha il compito di sorvegliare Filippo.
- Maria è la sorella di Michele, ha cinque anni, porta gli occhiali e ha come suo unico scopo quello di imitare e seguire il fratello qualsiasi cosa egli faccia.
- Barbara Mura fa parte della banda, ha undici anni ed è robusta. Si innamora di Michele, colpita dalla sua bontà di fare la penitenza al posto suo.
- Pietro Mura è il padre di Barbara. E’ un uomo basso e tozzo, con un paio di baffoni neri che gli coprono la bocca. È un contadino, ma per molti anni ha fatto il barbiere, per questo motivo ad Acqua Traverse tutti lo chiamano il barbiere. Partecipa anche lui al rapimento.
- Comparse (individui statici): Remo Marzano, membro della banda; Melichetti, un vecchio contadino; la madre di Barbara e quella di Salvatore; Italo Natale, padre di Antonio e Antonia Ammirati, la cuoca di Salvatore.
NARRATORE
Il
narratore è interno e palese; è infatti il protagonista della
vicenda che parla in prima persona e riferisce e commenta i fatti ai
quali partecipa o ha partecipato; si pone al futuro rispetto alla
vicenda narrata. Il punto di vista è interno, è quello di un
bambino di nove anni.
STILE LINGUISTICO
Lo
stile è semplice e scorrevole ed il registro linguistico è proprio
del bambino protagonista che narra la storia. La sintassi procede per
paratassi e prevale una narrazione diegetica.
MESSAGGI
Io non ho paura è un romanzo di
formazione, della scoperta di sé da parte del protagonista, che
attraverso vicende, incontri, il rischio estremo e la paura dà
l'addio all'età dei giochi e dello stupore. Nel corso del romanzo
assistiamo alla sua maturazione: al passaggio dal mondo infantile
pieno di streghe, lupi mannari e uomini neri, al mondo degli adulti
dove questi non sono altro che persone malvagie dominate dal denaro.
E' un libro che ci fa riflettere sui valori
dell'amicizia, della generosità e dell'altruismo e che ci insegna
che non bisogna mai aver paura di difendere ciò che è giusto, di
fare il bene e di affrontare e contrastare il male in qualsiasi forma
si presenti.
TU E L'OPERA
“Io non ho paura” è un libro
emozionane, appassionante,
che mi ha coinvolto dalla prima all'ultima pagina. Tutto questo
grazie a una storia semplice ma avvincente, ricca di colpi di scena,
che mi hanno fatto provare le stesse emozioni e i sentimenti del
protagonista.
Questo romanzo mi ha molto colpito anche per
l'attualità degli eventi descritti:la mancanza di lavoro al sud che
favorisce la delinquenza o il potere del denaro che giustifica
qualsiasi azione, come quella di rapire e tenere in condizioni
disumane un bambino.
Alessandro
Dotti
classe 2D
SCHEDATURA
DEL TESTO NARRATIVO
TITOLO: LA METAMORFOSI
ANNO DI EDIZIONE: 1915
NAZIONALITA': POLACCO DI
LINGUA TEDESCA
IL
GENERE E IL CONTESTO
“La metamorfosi” è un
racconto fantastico anche se la vicenda si svolge in un contesto
reale.
Luogo e tempo non sono
esplicitamente definiti, ma dai tratti sociali caratterizzanti che
leggiamo nel testo e dal fatto che vengano nominati oggetti quali
luce e gas si può facilmente intuire che l'ambientazione è
contemporanea al periodo in cui il racconto è stato scritto. In
quanto all'ubicazione geografica del racconto possiamo solo supporre
che si tratti di una città europea, probabilmente Praga, città
natale dell'autore.
LA
STRUTTURA NARRATIVA
TRAMA
Il racconto è diviso in tre
capitoli che corrispondono ai tre momenti principali della storia: la
metamorfosi del protagonista, la consapevolezza di ciò che è
diventato e la sua morte.
L’opera è la storia di
Gregor Samsa, un modesto commesso viaggiatore che un
mattino si sveglia e si accorge di essersi trasformato in uno
scarafaggio. La prima reazione dell’uomo non è di meraviglia per
il suo nuovo stato; anzi si preoccupa solo di come andare al lavoro,
dato che è l'unico a mantenere l'intera famiglia. Nonostante i suoi
tentativi di tenere nascosta la sua situazione ai genitori e al
procuratore giunto a casa per chiedere spiegazioni del suo ritardo,
questi alla fine lo costringono ad aprire la porta della sua camera.
La vista di Gregor in quelle condizioni porta a reazioni di terrore
in tutti loro: la madre sviene, il padre piange ed il procuratore ha
un gesto d’orrore; così il povero Gregor viene ricacciato in
camera a bastonate.
Il secondo capitolo narra
della nuova vita di Gregor Samsa, rinchiuso nella sua stanza, sotto
il divano, che ascolta di nascosto i discorsi dei suoi famigliari e
cerca di abituarsi alla sua nuova condizione di
animale, pur mantenendo dentro di sé la stessa anima umana di prima
della metamorfosi. E' abbandonato da tutti tranne che dalla
sorella Grete che si preoccupa di lui e gli procura il cibo. Mentre
la sorella sta preparando lo spostamento del mobilio della stanza per
permettere a Gregor di muoversi liberamente sui muri e sul soffitto,
la madre lo scorge e sviene. Il padre per punirlo gli scaglia addosso
con violenza delle mele, una di esse lo colpisce e così lo
scarafaggio ferito si rifugia stordito nella sua camera che è
diventata ormai la sua tana.
Nell'ultimo capitolo Gregor
viene completamente abbandonato a sé stesso anche dalla sorella che
nel frattempo ha trovato un lavoro. Il conseguente malessere lo porta
in uno stato tale da rifiutare il cibo fino a giungere ad una morte
lenta. I familiari non nascondono la propria gioia
per l'evento: sollevati, si sbarazzano con noncuranza del mostruoso
cadavere e decidono di trasferirsi per continuare le loro vite.
Il corpo di Gregor viene
infine gettato nella spazzatura ed il suo nome completamente
dimenticato dalla famiglia, che riesce a risollevarsi dai problemi
economici che l’avevano afflitta.
RAPPORTO FABULA-INTRECCIO
L'intreccio non sempre
coincide con la fabula in quanto vi sono numerose analessi e la
narrazione segue il tempo interiore del protagonista.
TEMPO
La vicenda si svolge in un
tempo imprecisato, probabilmente nei primi anni del Novecento e
possiamo dedurre che la durata sia di poco più di due mesi.
La narrazione non è lineare
a causa di molte analessi che si riferiscono ai ricordi del
protagonista della sua vita umana.
Il tempo reale è
rallentato da pause e dai soliloqui di Gregor.
SPAZIO
Il luogo dove
si svolge la storia è probabilmente Praga, anche se non vi sono
riferimenti geografici precisi.
Lo spazio del
la vicenda è reale, definito e chiuso: è la casa di Gregor e in
particolare la sua camera da letto.
Le descrizioni degli interni sono poche e brevi ma hanno la funzione di caratterizzare gli stati d'animo dei personaggi, in particolar modo quello di Gregor, che si riflette nella stanza col tempo sempre più buia e vuota. Inizialmente la stanza è descritta con il letto, un armadio, una scrivania, una foto con una bella cornice fatta dal protagonista, il divano e una finestra da cui Gregor vedeva un ospedale. Poco dopo la sua metamorfosi, la sorella e la madre tolgono dalla camera tutti i mobili tranne il divano sotto il quale si nascondeva Gregor, tutto questo per lasciare che l'enorme insetto avesse lo spazio per muoversi. Verso la fine però la stanza diventa un ripostiglio per le cose inutili, proprio come Gregor che, rifiutato e allontanato dai suoi famigliari, verrà gettato nella spazzatura. Solo in quel momento anche il cielo cambierà: da tetro e carico di pioggia, dopo la morte di Gregor, diventerà luminoso e con un sole brillante.
Le descrizioni degli interni sono poche e brevi ma hanno la funzione di caratterizzare gli stati d'animo dei personaggi, in particolar modo quello di Gregor, che si riflette nella stanza col tempo sempre più buia e vuota. Inizialmente la stanza è descritta con il letto, un armadio, una scrivania, una foto con una bella cornice fatta dal protagonista, il divano e una finestra da cui Gregor vedeva un ospedale. Poco dopo la sua metamorfosi, la sorella e la madre tolgono dalla camera tutti i mobili tranne il divano sotto il quale si nascondeva Gregor, tutto questo per lasciare che l'enorme insetto avesse lo spazio per muoversi. Verso la fine però la stanza diventa un ripostiglio per le cose inutili, proprio come Gregor che, rifiutato e allontanato dai suoi famigliari, verrà gettato nella spazzatura. Solo in quel momento anche il cielo cambierà: da tetro e carico di pioggia, dopo la morte di Gregor, diventerà luminoso e con un sole brillante.
PERSONAGGI
I personaggi principali
vengono presentati in modo indiretto e prevale la caratterizzazione
psicologica e sociale. Gregor è un individuo dinamico, mentre gli
altri personaggi sono individui statici.
- Gregor Samsa è il protagonista del racconto. E' un commesso viaggiatore e unico sostegno economico della sua famiglia. Il padre lo obbliga ad andare a lavorare per saldare il debito generato con il fallimento della sua ditta. Egli simboleggia l'uomo emarginato che una mattina vede materializzarsi la sua alienazione nel corpo orrendo di uno scarafaggio. Escluso e indesiderato nella sua stessa famiglia, viene calpestato, umiliato e portato alla morte.
- Grete (aiutante del protagonista) è la sorella diciassettenne di Gregor. Ama la musica e sogna di poter suonare il violino al conservatorio. E' la sola che, pur soffrendo enormemente e non riuscendo ad accettare la trasformazione corporea del fratello, cerca per quanto le sia possibile di aiutarlo e di fornirgli il cibo per sopravvivere. Allo stesso tempo offre sollievo ai genitori non solo accudendo il fratello, ma anche riferendo ai familiari il suo stato di salute e le sue azioni.
- Il padre di Gregor (antagonista) è un uomo burbero ed ostile, che in seguito ad un tracollo finanziario aveva smesso di lavorare. Dopo la metamorfosi sarà costretto a cercare di nuovo un lavoro per mantenere la famiglia. Egli non mostra alcuna pietà per il giovane nel suo nuovo stato, ed ogni volta lo scaccia e lo calpesta con incredibile crudeltà.
- La madre di Gregor è un personaggio fragile e apprensivo, ma al contrario della sorella di Gregor ella rimane passiva di fronte alla tragedia. La donna quasi non vuole vedere ciò che le accade intorno e la sua sofferenza è incentrata più su se stessa e sulla disgrazia che le è capitata che sul dramma del figlio.
- Vi sono inoltre alcune comparse (tipi statici): la cuoca che supplica di venire licenziata, e se ne va ringraziando e promettendo di non rivelare il segreto di casa Samsa; la governante che resta chiusa dentro la cucina; la donna di servizio a ore che scopre il corpo di Gregor e lo getta nella spazzatura e i tre pensionati.
NARRATORE
Il
narratore è esterno e nascosto. Il punto di vista è interno: quello
di Gregor e si pone al futuro rispetto ai fatti narrati.
STILE LINGUISTICO
Lo stile di Kafka è
conciso ed essenziale. La sintassi procede per paratassi. La
narrazione è mimetica. Il linguaggio è semplice, fluido, leggero e
contrasta con la durezza e la difficoltà delle tematiche trattate.
Kafka con toni quotidiani descrive una situazione assurda e crea così
un'atmosfera da incubo.
MESSAGGI
Il messaggio dell'opera è implicito: attraverso la condizione
ripugnante del protagonista e la sostanziale incapacità dei genitori
di instaurare con lui un rapporto umano, l'autore vuole rappresentare
la solitudine alla quale l'uomo viene tragicamente condannato nella
società borghese. Kafka condanna la famiglia borghese che è causa
dell'alienazione e spersonalizzazione dell'individuo. All'interno di
essa non vi è alcuna possibilità di un rapporto umano; l'esistenza
borghese si fonda solo su rapporti squallidi e parassitari. I padri
non comprendono i loro figli, non li amano e non li apprezzano, ma
cercano solo di sfruttare il loro lavoro a proprio vantaggio.
“La Metamorfosi”è la protesta di Kafka contro la vita della
famiglia moderna , una vita immonda ed animalesca, proprio come
quella vissuta da uno scarafaggio.
TU E L'OPERA
Ho trovato “La
metamorfosi” un libro scorrevole e di facile lettura, una storia
fantastica ma che nasconde verità profonde e ancora valide oggi.
L'alienazione e la solitudine dell'uomo moderno, incompreso dagli
altri, persino dai propri familiari, è una tematica attuale, anche
se forse un po' lontana dai miei interessi e, a mio giudizio, troppo
pessimistica.
Alessandro
Dotti
classe II D sc.
SCHEDATURA
DEL TESTO NARRATIVO
AUTORE: CESARE PAVESE
TITOLO: LA SPIAGGIA
ANNO DI EDIZIONE: 1941
NAZIONALITÀ:
ITALIANA
IL GENERE E
IL CONTESTO
“La spiaggia” è un
romanzo sentimentale e la vicenda si svolge in un contesto reale.
Il tempo non è
esplicitamente definito, ma dai tratti sociali caratterizzanti che
leggiamo nel testo e dagli ambienti nominati si può facilmente
intuire che l'ambientazione è contemporanea al periodo in cui il
racconto è stato scritto: la prima metà del Novecento. L'ambiente
sociale è quello della borghesia e i luoghi dove si svolge la
vicenda sono quelli cari all'autore: le Langhe, soprattutto, e la
riviera ligure.
LA STRUTTURA
NARRATIVA
TRAMA
Il romanzo si può dividere in
tre principali blocchi narrativi: amicizia tra Doro e il
protagonista, nostalgia per gli anni della gioventù, vacanza in
Riviera.
Il
narratore-protagonista è un professore che racconta dell'estate
trascorsa insieme al suo amico d'infanzia Doro. Questi, dopo essersi
sposato con Clelia, si era trasferito a Genova e per molti anni i due
amici non si erano più rivisti.
Un giorno il professore trovatosi di passaggio a Genova, si presenta a casa dell’amico con cui riprende un contatto periodico. Viene sorpreso poi dall'arrivo di Doro al paese. I luoghi dell’adolescenza accolgono i vecchi amici, e per un attimo sembra che sia tornata l’incoscienza della giovinezza. Malgrado il protagonista insista per sapere come mai Doro non è con Clelia, egli non dà spiegazioni. In albergo Doro incontra Ginio un suo coetaneo che faceva il manovale e, dopo aver bevuto e cantato, decidono di andare a trovare due sorelle che erano loro vecchie amiche.
Le vicende di quella serata saranno l'argomento di conversazione con Clelia quando il protagonista, insieme a Doro, raggiungeranno il giorno dopo Clelia al mare.
Un giorno il professore trovatosi di passaggio a Genova, si presenta a casa dell’amico con cui riprende un contatto periodico. Viene sorpreso poi dall'arrivo di Doro al paese. I luoghi dell’adolescenza accolgono i vecchi amici, e per un attimo sembra che sia tornata l’incoscienza della giovinezza. Malgrado il protagonista insista per sapere come mai Doro non è con Clelia, egli non dà spiegazioni. In albergo Doro incontra Ginio un suo coetaneo che faceva il manovale e, dopo aver bevuto e cantato, decidono di andare a trovare due sorelle che erano loro vecchie amiche.
Le vicende di quella serata saranno l'argomento di conversazione con Clelia quando il protagonista, insieme a Doro, raggiungeranno il giorno dopo Clelia al mare.
In
Riviera il tempo trascorre monotono tra bagni, gite, divertimenti
serali con gli amici. Appaiono nuove figure femminili, come Ginetta,
Mara e Nina, e un certo Guido. Nemmeno un incidente capitato a Mara
durante una gita dove si frattura una spalla, scuote l'uniformità
delle parole e dei gesti di quei giorni. Il protagonista si accorge
intanto che il rapporto tra Doro e Clelia non è più felice come
prima anche se ambedue lo negano. Su quella spiaggia, Doro da
qualche tempo ha cominciato a dipingere paesaggi marini sotto lo
sguardo incurante della moglie.
Sulla scena giunge anche un ex allievo del professore, il giovane Berti che corteggia in modo molto evidente Clelia.
Tutti sembrano intuire la crisi tra Doro e Clelia ma nessuno, nemmeno i due interessati, l'ammettono. Clelia alla fine si accorge di essere rimasta incinta e con Doro ritorna a Genova, mentre Berti viene convinto dal protagonista a ritornare a Torino.
Sulla scena giunge anche un ex allievo del professore, il giovane Berti che corteggia in modo molto evidente Clelia.
Tutti sembrano intuire la crisi tra Doro e Clelia ma nessuno, nemmeno i due interessati, l'ammettono. Clelia alla fine si accorge di essere rimasta incinta e con Doro ritorna a Genova, mentre Berti viene convinto dal protagonista a ritornare a Torino.
RAPPORTO FABULA-INTRECCIO
La fabula coincide con
l'intreccio, vi è infatti un ordine cronologico nella presentazione
dei fatti.
TEMPO
La
storia è ambientata in un periodo imprecisato che potrebbe riferirsi
alla prima metà del Novecento, periodo durante il quale visse
Pavese. La vicenda centrale ha una durata di alcune settimane. La
narrazione non è sempre lineare a causa di numerose analessi che si
riferiscono ai ricordi delle vicende passate da parte dei vari
personaggi.
La
velocità narrativa è spesso lenta a causa della presenza di
numerosi dialoghi (scene) e riflessioni interiori (pause).
All'inizio
del romanzo il tempo reale è accelerato da ellissi e sommari.
SPAZIO
Lo
spazio in cui si svolge la vicenda è reale e definito. Il
romanzo è ambientato all’inizio a Torino e sulle colline delle
Langhe, in un paesino non identificato, poi, per tutto il resto del
libro, a Genova e in Riviera. Prevalgono gli spazi aperti che non
vengono però descritti dall'autore: le strade del paese piemontese e
di Genova e la spiaggia. Gli spazi chiusi, anch'essi non descritti,
sono la villa di Doro e Clelia, la stanza in affitto del protagonista
a Genova, le osterie e il locale da ballo.
Gli
ambienti entrano in relazione con i personaggi: il mare e la spiaggia
sono luoghi di riflessioni, luoghi in cui si sente la propria
solitudine tra amarezze e incanto; così come il paesaggio delle
Langhe riporta alla giovinezza e ai ricordi nostalgici del passato.
PERSONAGGI
I
personaggi vengono spesso presentati dal narratore. Questi non sono
descritti in modo particolareggiato e prevale una caratterizzazione
psicologica, sociale e culturale.
- Personaggi principali (individui statici):
- Il professore è il protagonista-narratore della storia. Di lui non sappiamo pressoché nulla, nemmeno il nome: è un uomo sulla trentina, amico di Doro dall'infanzia. È una persona gelosa e che si preoccupa dei suoi amici ma, fuori dalla sfera dell’amicizia, sembra totalmente apatico, disincantato e annoiato dalla vita.
- Doro è un uomo impetuoso e ironico a cui piace vivere la sua vita. Purtroppo questo aspetto del suo carattere si è affievolito dopo il matrimonio e ha lasciato il posto ad un uomo stanco e disattento al quale non importa niente di risolvere i problemi che ha con la moglie.
- Clelia è la moglie di Doro. È una donna attraente, frivola, simpatica e piena di voglia di vivere, ma dotata di scarsa sensibilità. Non disdegna la attenzioni degli altri uomini, con cui passa gran parte delle sue giornate.
- Guido è l’amico di Clelia e Doro che con la sua macchina si offre di accompagnare gli amici ovunque. E’ una persona gentile, intelligente, disponibile con tutti tranne che con la fidanzata. Come tanti uomini della compagnia è attratto da Clelia.
- Berti è un ex-alunno del professore, svogliato e misogino ma che si innamora di Clelia. Sembra una persona solitaria e triste che avrebbe un gran bisogno di essere aiutata tuttavia risulta sgradito a molti dei personaggi.
- Comparse (tipi statici):
- Ginio, Biagio, Rosa e Marina (amici d'infanzia di Doro e del professore).
- Mara, Ginetta e Nina (amiche di Clelia).
NARRATORE
Il narratore è interno e
palese: è infatti un personaggio del romanzo che narra e commenta in
modo partecipe la vicenda.
Il
punto di vista è interno, infatti il narratore racconta soltanto di
ciò che avviene in sua presenza o che gli viene riferito.
STILE
LINGUISTICO
Il
linguaggio usato è essenziale ed elegante. Lo stile è scorrevole,
il registro linguistico è quello della classe borghese protagonista
del romanzo. La sintassi procede per paratassi e la narrazione è
diegetica.
MESSAGGI
“La
spiaggia” fu dallo stesso Pavese, facendo il bilancio della sua
attività di scrittore, definito un “romanzetto”, un esercizio di
stile dove i temi offrono solamente un spunto per un approfondimento
seguente.
Con
la spiaggia Pavese ha lasciato da parte i villani, gli operai, cioè
tutta quella serie di personaggi presenti nei precedenti romanzi, per
cercare di scoprire com'era fatta l'altra faccia della società. Così
facendo, si è gettato nel mondo della borghesia, per vedere cosa
pensavano, cosa dicevano, coloro che passavano le vacanze estive al
mare piuttosto che sul Po.
Ma
Pavese tocca anche tematiche più profonde: la spiaggia non è solo
il luogo per discorsi frivoli, tradimenti e noia; essa è anche un
luogo di riflessione per ricordare in modo nostalgico il passato, la
propria giovinezza, per riflettere in solitudine, tra amarezze ed
incanti sul diventare grandi.
TU
E L'OPERA
“La
spiaggia” è un romanzo che ho letto senza grosse difficoltà dato
che è piuttosto scorrevole, ma gli ambienti e le situazioni
descritte sono molto lontani dai miei interessi. Il messaggio legato
all'abbandonare il mondo dell'infanzia e il dover affrontare la
realtà dei grandi è l'unico, a mio parere, che è attuale ancora
oggi ed è la sola parte del romanzo che mi ha in parte coinvolto.
Alessandro
Dotti
Classe 2^D
SCHEDATURA
DEL TESTO NARRATIVO
AUTORE: MARK HADDON
TITOLO: LO STRANO CASO
DEL CANE UCCISO A MEZZANOTTE
ANNO DI EDIZIONE: 2003
NAZIONALITÀ:
INGLESE
IL
GENERE E IL CONTESTO
“Lo strano caso del cane ucciso a
mezzanotte” è un giallo, a sfondo avventuroso sul quale si innesta
un percorso di formazione. È
ambientato probabilmente nell'Inghilterra contemporanea a Haddon, a
Swindon e a Londra, in una famiglia della media borghesia composta
solo da padre e figlio.
La narrazione, nonostante di fantasia, è verosimile.
LA
STRUTTURA NARRATIVA
TRAMA
Il
testo è diviso in 52 capitoli numerati secondo i numeri primi
(2-233); il protagonista dice infatti di conoscerli tutti a memoria
fino al 7507. Questi possono essere raggruppati in tre sequenze
principali: la vita a Swindon con il padre, il viaggio verso Londra e
la vita con la madre a Londra e a Swindon.
Christopher
Josh Francis Boone è un ragazzo di 15 anni 3 mesi e tre giorni, come
dice lui stesso presentandosi, vive a Swindon, in Inghilterra ed è
affetto dalla sindrome di Asperger,
una forma particolare di autismo. Odia il giallo, il marrone ed
essere toccato; ama il rosso, si agita alla presenza di molti suoni,
ripete movimenti e frasi brevi per rimanere tranquillo, non dice mai
bugie e diffida molto degli estranei. In compenso egli è dotato di
straordinarie competenze logico-matematiche.
Il
padre pochi anni prima, aveva raccontato al figlio che la madre era
morta. Una notte Christopher trova nel giardino della signora Shears
il cane di questa, Wellington, morto trafitto da un forcone. Il
ragazzo, nonostante il padre glielo avesse più volte vietato, decide
di indagare sul fatto e, nel frattempo, seguendo i consigli della sua
insegnante Siobhan, comincia a scrivere un libro. Un giorno
Christopher dimentica in cucina il libro dove scriveva le sue
indagini “proibite”; il padre lo trova e lo legge. Segue un lungo
litigio tra i due che si conclude con il sequestro del libro. Il
giorno seguente Christopher comincia a cercarlo. Lo trova sopra
l’armadio del padre. Sotto ci sono delle lettere indirizzate a lui
che si scoprono essere della madre, evidentemente ancora viva,
trasferitasi al “451C Chapter Road, Willesden, Londra NW2 5NG”,
insieme all'amante signor Shears, ex marito della proprietaria di
Wellington.
Rientrato a casa, il padre scopre il figlio mentre legge le lettere e, nella confusione che si crea, rivela di avere ucciso il cane per vendicarsi del mancato aiuto chiesto alla signora Shears dopo la fuga di sua moglie. Christopher decide così di scappare di casa e di andare a vivere dalla madre. Riesce a raggiungerla dopo numerose difficoltà: il viaggio in treno, in metropolitana, per le strade di Londra e le fughe dai poliziotti che lo cercano. Viene accolto calorosamente dalla mamma che, dopo i numerosi litigi con il signor Shears a causa della presenza dello stesso Christopher, decide di tornare con il figlio a Swindon, in un piccolo appartamento. Il ragazzo riesce così a superare l'esame di matematica per l'ammissione all'Università e inizia a riappacificarsi con il padre.
Rientrato a casa, il padre scopre il figlio mentre legge le lettere e, nella confusione che si crea, rivela di avere ucciso il cane per vendicarsi del mancato aiuto chiesto alla signora Shears dopo la fuga di sua moglie. Christopher decide così di scappare di casa e di andare a vivere dalla madre. Riesce a raggiungerla dopo numerose difficoltà: il viaggio in treno, in metropolitana, per le strade di Londra e le fughe dai poliziotti che lo cercano. Viene accolto calorosamente dalla mamma che, dopo i numerosi litigi con il signor Shears a causa della presenza dello stesso Christopher, decide di tornare con il figlio a Swindon, in un piccolo appartamento. Il ragazzo riesce così a superare l'esame di matematica per l'ammissione all'Università e inizia a riappacificarsi con il padre.
Conclude
il suo racconto con un elenco delle sue imprese e dei suoi progetti
per il futuro.
RAPPORTO
FABULA-INTRECCIO
L'intreccio
non coincide con la fabula a causa del continuo passaggio dal tempo
della narrazione a quello dei fatti accaduti.
TEMPO
La
storia è ambientata in un tempo imprecisato, ma probabilmente
contemporaneo a Haddon, e dura circa un mese, anche se non c'è
nessuna indicazione temporale.
La
narrazione non è sempre lineare: vi sono alcune ellissi nel
passaggio dalla notte al giorno seguente e sommari che riassumono
alcuni momenti meno interessanti della storia. Sono presenti anche
analessi con il quale il protagonista racconta eventi precedenti
della sua vita.
Il
tempo della storia è rallentato dai dialoghi (scene), dalle
descrizioni e dalle molte riflessioni del protagonista (pause).
SPAZIO
Lo
spazio è reale e definito: le vicende si svolgono a Swindon, nel sud
dell'Inghilterra, e a Londra. Prevalgono gli spazi chiusi,
ampiamente descritti dal protagonista, che sono la casa e
l'appartamento a Swindon, la scuola, la stazione, la metropolitana e
la casa della madre. Gli spazi aperti, anch'essi molto descritti sono
le strade che portano dalla prima casa al negozio e alla scuola e
quella che porta dalla metropolitana alla casa a Londra.
L'ambiente
entra spesso in relazione con i personaggi, specialmente con
Christopher. Egli infatti ha molta paura di trovarsi in luoghi a lui
sconosciuti, per questo ogni volta che si trova in un posto nuovo,
disegna nella propria mente una mappa così da poterlo conoscere.
PERSONAGGI
I
personaggi sono presentati direttamente dal narratore, che ne
descrive gli aspetti fisici più caratterizzanti. La psicologia dei
personaggi si evince dalla narrazione.
- Personaggi principali (individui dinamici):
- Christopher Josh Francis Boone è il protagonista-narratore della storia. È un ragazzo, come scrive egli stesso, di 15 anni 3 mesi e 3 giorni ed è affetto dalla sindrome di Asperger, una particolare forma di autismo. Egli non sopporta essere toccato, odia il giallo ed il marrone ma adora il rosso, ha molte difficoltà nel comprendere le altre persone e ama molto il fatto che tutto deve essere già programmato. Ha grandi difficoltà nello stare in mezzo a molte altre persone e non è in grado di esprimere le sue emozioni, ad esempio il suo modo per esprimere affetto è sfiorando le mani dell'altro. La sindrome gli attribuisce però straordinarie capacità logico-matematiche. Nel corso della storia riuscirà a vincere alcune delle sue paure, maturerà con il ricongiungimento con la madre e sarà in grado di programmare il suo futuro.
- Il padre di Christopher, inizialmente molto buono, subirà un forte cambiamento quando Christopher scoprirà la verità sulla madre. Egli ha cresciuto il figlio quasi da solo, a causa della separazione con la moglie, con molta cura e, a causa di un litigio con la signora Shears, ucciderà il suo cane Wellington. Questo porta Christopher a un distaccamento dal padre e alla fuga dalla madre, e ad una conseguente irascibilità del primo, che arriverà anche a picchiarlo.
- La madre di Christopher è una donna molto impaziente, che considera il figlio come tutti gli altri bambini, senza tenere conto della sua malattia e quindi delle sue particolari esigenze. Questo la porta ad avere delle gravi crisi che sfoceranno nell'abbandono della famiglia per vivere con l'amante.
- Siobhan è la maestra di Christopher. È una donna molto comprensiva e attenta alle esigenze del ragazzo. Lo ha aiutato come una psicologa a controllare la sua impulsività e le sue paure.
- Personaggi secondari (tipi statici):
- La signora Shears è la vicina di casa della famiglia Boone. È la proprietaria di Wellington e ha aiutato il padre di Christopher quando la moglie di questo se ne è andata, anche se per poco tempo.
- Il signor Shears è l'ex marito della signora Shears. Innamorato della madre di Christopher è scappato con lei a Londra. È un uomo aggressivo e contrario alla presenza del ragazzo.
- Comparse (tipi statici):
- I poliziotti.
- L'amico del padre, Rhodri.
- I compagni di scuola di Christopher.
- Il Reverendo Peters.
- I vicini di casa.
NARRATORE
Il
narratore della storia è Christopher. È dunque interno e palese e
il punto di vista è interno.
Egli
si pone al futuro rispetto ai fatti narrati.
STILE
LINGUISTICO
Il
registro linguistico è informale e familiare ed è proprio della
cultura del narratore-protagonista.
La
sintassi procede per paratassi, le parole degli altri personaggi
vengono riportate a volte con il discorso indiretto e a volte con
quello diretto. Prevale una narrazione diegetica.
MESSAGGI
L'opera
contiene numerosi messaggi. Quello, a mio parere, più importante è
esplicito è coincide con l'ultima frase del romanzo: Christopher,
nonostante la sua malattia, è riuscito a compiere imprese per lui
estreme e questo significa che anche lui può fare qualsiasi cosa.
Questo ci vuole insegnare che tutti possono raggiungere i propri
obiettivi, lottando con tenacia contro le difficoltà, qualsiasi esse
siano.
Altre
tematiche importanti sono il rapporto tra genitori e figli, spesso
problematico; la verità, per la quale Christopher si batte durante
tutto il romanzo e l'adolescenza, periodo di crescita e di numerose
scelte.
TU E
L'OPERA
Ho
trovato questo libro piacevole, divertente e talvolta persino
commovente. È stato facile immedesimarsi in Christopher, un
adolescente come me, che vive le mie stesse paure nel percorso verso
una piena padronanza di sé.
Il
racconto mi ha insegnato che anche chi ha problemi psicologici come
il protagonista può condurre una vita quasi normale e addirittura
sviluppare alcune capacità più degli altri.
Mi ha fatto
riflettere sull'importanza degli affetti, della verità, dell'onestà
: “perché voler bene a qualcuno significa aiutarlo quando è nei
guai, prendersi cura di lui, dirgli sempre la verità”.
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